Per quanto trattare la polmonite? Forse il problema è capire quando è veramente batterica…

News dalla letteratura

Dicembre 03, 2021

Le infezioni del tratto respiratorio nei bambini al di sotto dei 5 anni vengono spesso trattate con terapie antibiotiche in larga parte sulla base di riscontri clinici, radiologici e dei markers infiammatori, noti per avere uno scarso potere nel discriminare le infezioni batteriche da quelle virali. Il recente RCT multicentrico CAPT-IT (Community Acquired Pneumonia – a randomIsed controlled Trial; https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2785716), condotto nel Regno Unito ed in Irlanda dal Febbraio 2017 all’Aprile 2019 si inserisce in questo contesto nell’idea di individuare il trattamento efficace di minore durata possibile nell’indurre remissione di malattia ai fini della antimicrobial stewardship. Lo studio ha incluso 824 pazienti di età superiore ai 6 mesi con diagnosi di polmonite acquisita in comunità (CAP) randomizzati 1:1 in 4 gruppi a terapia con amoxicillina a dose ridotta (35-50 mg/kg/die) o piena (70-90 mg/kg/die) di durata breve (3 giorni) o lunga (7 giorni). L’outcome primario è stato la necessità di un nuovo ciclo antibiotico entro 28 giorni dal primo mentre gli outcomes secondari la severità/durata dei sintomi, gli effetti collaterali, la resistenza antibiotica e l’aderenza al trattamento. I risultati dello studio mostrano una sostanziale non inferiorità di cicli antibiotici brevi (3 giorni) a basso dosaggio nei confronti di cicli antibiotici lunghi (7 giorni) a dosaggio maggiore come visibile nelle figura 1 (Fig.1).
Terapie più lunghe sembrano legate ad una più rapida remissione della tosse mentre, come intuibile, terapie brevi garantiscono migliore compliance.
Anche se apparentemente questo studio sembri aggiungere evidenze a favore di un trattamento per la CAP di durata e dosaggi inferiori a quelli abitualmente in uso, ancora una volta il tema reale rimane quello della certezza della diagnosi di polmonite batterica e, di conseguenza, dell’appropriatezza della terapia antibiotica. I pazienti inclusi sono infatti difficilmente inquadrabili in maniera univoca come affetti da CAP batterica: solo il 58% presentava febbre (tra i criteri di inclusione era sufficiente febbre riferita a domicilio) e molti pazienti presentavano un quadro di CAP associata a broncopneumopatia ostruttiva (anche se solo il 16% ha ricevuto broncodilatatori e steroidi). Occorre pertanto contestualizzare questi risultati, considerando l’alta prevalenza di infezioni virali tra i pazienti di questa età con infezione delle basse vie respiratorie.

 

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