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National cross-sectional study of nonsteroidal anti-inflammatory drugs use highlights differences between parents and professionals and prompts safety concerns

News dalla letteratura

Novembre 04, 2016

Bertille N, Pons G, Fournier-Charrière E, Khoshnood B, Chalumeau M.
Acta Paediatr. 2016 Nov;105(11):e543-e548. doi: 10.1111/apa.13566.

Scopi: Tale studio analizza il differente utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) in età pediatrica da parte dei genitori e degli operatori sanitari.

Metodi: medici di medicina generale, pediatri e farmacisti sono stati inclusi in questo studio osservazionale. A tutti veniva richiesto di arruolare 5 pazienti pediatrici (età 1 mese-12 anni) consecutivi con febbre. Agli operatori sanitari e ai genitori dei bambini inclusi nello studio veniva chiesto di compilare un questionario.

L’utilizzo di FANS da parte dei genitori e degli operatori sanitari è stato analizzato in particolare in tre condizioni cliniche: varicella, gastroenterite e faringite.

Risultati: la prescrizione di FANS veniva effettuata dagli operatori sanitari nel 15% dei bambini visitati, mentre la percentuale del loro utilizzo da parte dei genitori risultava essere del 32% (p<0.05). Nel 29% dei casi i genitori autoprescrivevano ibuprofene. L’utilizzo di FANS era superiore in bambini più grandi, temperature più elevate, otalgia e assenza di esantema e gastroenterite. L’utilizzo da parte dei genitori, inoltre, risultava superiore rispetto a quello degli operatori sanitari in condizioni associate ad alto rischio di complicanze da FANS.

Conclusioni: lo studio dimostra un diverso utilizzo di FANS da parte degli operatori sanitari e dei genitori di bambini febbrili. Tale dato sottolinea la necessità di interventi di educazione alla salute rivolti ai genitori.

 

Breve commento: Il problema dell’uso razionale di farmaci in età pediatrica deve considerare anche il rispetto delle indicazioni per quel farmaco e i rischi correlati ad un suo abuso. Tuttavia, molto comune nel bambino è l’autoprescrizione di farmaci che non sono appropriati per quella specifica condizione, fenomeno che nasce spesso dall’esigenza della madre “a fare qualcosa” per far sta meglio il proprio piccolo. Considerato che effetti collaterali ed eventi avversi a farmaci sono più frequenti nei bambini e con fenomenologia diversa rispetto a quanto si verifica nella popolazione adulta, il pediatra di famiglia deve rappresentare il principale interlocutore nella prescrizione di farmaci. Da qui la necessità di progetti di educazione sanitaria rivolti ai genitori per orientarli ad un uso più responsabile dei farmaci nel rispetto e nella tutela della salute e dei diritti del bambino.

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