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Nuovi test rapidi per la diagnosi di COVID-19: possono cambiare le regole del gioco?

News Covid

Ottobre 10, 2020

I test per COVID-19 si dividono in due categorie: i test diagnostici che determinano con precisione anche tracce del virus SARS-CoV-2 (come i test che utilizzano la PCR),

e i test che rivelano la presenza di antigene virale, che sono più rapidi, di facile utilizzo, piccole dimensioni, forniscono risultati in 15 minuti e non richiedono un laboratorio. Molti di questi test su antigeni sono stati approvati negli ultimi mesi e possono potenzialmente cambiare le capacità di controllo della diffusione della pandemia.

Questi test – meno sensibili della PCR, ma con una capacità di rilevare il virus fino al 85% dei casi – potrebbero aiutare a identificare coloro che sono nella fase acuta dell’infezione e che –indipendentemente dalla presenza di sintomi – sono a maggior rischio di diffondere la malattia. Possono quindi essere un elemento chiave nelle strategie di controllo della pandemia. Sebbene la loro minore sensibilità sollevi alcune preoccupazioni, perché può certificare come negativi individui infetti con poco virus nelle secrezioni (falsi negativi), questa “caratteristica” rappresenta un’ opportunità: permette infatti di identificare più facilmente e con rapidità coloro che hanno una elevata replicazione virale, i più contagiosi, e cioè coloro che più facilmente diffonderanno il virus. Il test in PCR, per l’alta sensibilità, rischia invece di identificare come ancora positivi coloro che non sono più in grado di diffondere il virus ad altri.

Rendere i test più veloci, meno costosi, di più facile esecuzione è sicuramente il prossimo obiettivo. Se usati come strumento di screening per valutare frequentemente il maggior numero possibile di persone, i test rapidi sull’antigene potrebbero essere determinanti nel controllo della pandemia.

Giorgia Guglielmi 496 Rapid antigen tests are designed to tell in a few minutes whether someone is infectious. Will they be game changers? Nature | Vol 585 | 24 September 2020 https://www.nature.com/articles/d41586-020-02661-2

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