Il cambiamento climatico aumenterà le epidemie virali?
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Carlson, C.J., Albery, G.F., Merow, C. et al. Climate change increases cross-species viral transmission risk. Nature 28 April 2022. https://doi.org/10.1038/s41586-022-04788-w
Uno studio pubblicato su Nature il 289 aprile 2022, ipotizza che i cambiamenti climatici, come il riscaldamento globale, aumenterà lo scambio di virus tra le specie animali e quindi la possibilità di nuove epidemie. Secondo questo studio, nei prossimi 50 anni il cambiamento climatico potrebbe provocare oltre 15.000 nuovi scambi di virus tra i mammiferi. È il primo studio proiettivo che scientificamente valuta come il riscaldamento globale sposterà gli habitat della fauna selvatica e di conseguenza aumenterà gli incontri tra specie diverse, in grado di scambiare agenti patogeni, e quantifica quante volte i virus potrebbero fare un salto tra le specie. Si tratta dello ‘spillover’, ben noto perchè ha permesso a un coronavirus SARS CoV-2 dei pipistrelli di determinare la pandemia da COVID-19.
L’aumento del numero di virus che saltano tra le specie - previsto dallo studio – potrebbe innescare diverse epidemie, ponendo una seria minaccia alla salute umana e animale, e fornisce una ragione in più per i governi e le organizzazioni sanitarie circa la necessità di investire nella sorveglianza dei patogeni e migliorare le infrastrutture sanitarie nelle zone a rischio.
Lo studio considera infatti che gran parte delle nuove trasmissioni dei virus avverrà quando alcune specie si incontreranno per la prima volta, mentre si spostano in luoghi più freschi a causa dell'aumento delle temperature. Questo si verificherà maggiormente in quegli ecosistemi ricchi di specie differenti, come le zone dell'Africa e dell'Asia, e nelle aree geografiche più densamente popolate, tra cui le regioni del Sahel in Africa, India e Indonesia. Secondo la loro previsione il numero di primi incontri tra specie diverse raddoppierà entro il 2070, creando degli ‘hotspot’ di trasmissione dei virus. Ciò vorrebbe dire che “i prossimi decenni non saranno solo più caldi, ma più malati”, dice un ecologo coautore dello studio.