Prevenzione dell’infezione da CMV congenito mediante vaccini: stato dell’arte.
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Citomegalovirus (CMV) è la causa più comune di infezione congenita e di sordità neurosensoriale non genetica nell’infanzia.
Fino al 2% dei neonati (con le percentuali più alte nei Paesi in via di sviluppo) sono affetti da CMV congenito. Alla nascita, la maggior parte dei soggetti risulta asintomatico; tuttavia circa il 10% presenta segni e sintomi (piccoli per età gestazionale, con epatosplenomegalia, ittero, petecchie, corioretinite, microcefalia); circa il 40-60% dei soggetti sintomatici, svilupperà successivamente sequele neurologiche permanenti (paralisi cerebrale, ritardo cognitivo, microcefalia, sordità neurosensoriale).
La trasmissione placentare di CMV si verifica dopo l’infezione primaria materna (es. madre sieronegativa che contrae l’infezione in gravidanza) o dopo un’infezione non-primaria (madre sieropositiva con una riattivazione del virus o reinfezione da parte di un nuovo ceppo di CMV). Un numero elevato di donne in età fertile è già CMV-sieropositivo; questo spiega come mai la maggior parte delle infezioni congenite da CMV dipenda da infezioni non-primarie. Però, il rischio di infezioni congenite da CMV e di quadri severi è significativamente maggiore nei casi di infezione primaria: questo indica che una preesistente immunità, sebbene non possa escludere completamente il rischio di CMV congenito, può giocare un ruolo importante nel ridurre il rischio di trasmissione transplacentare e di infezione fetale. Quindi, è essenziale un vaccino in grado di prevenire l’infezione primaria, ma per ottenere risultati migliori, il vaccino ideale dovrebbe essere in grado di interferire con i meccanismi che permettono lo sviluppo dell’infezione non-primaria.
In questo lavoro, gli autori riportano le ricerche in corso relative allo sviluppo dei vaccini. I primi vaccini risalgono agli anni del 1970, con un vaccino a virus vivo attenuato, che, però, pur essendo sicuro e ben tollerato, non risultava completamente efficace. Allo stato attuale sono in fase I e II di studio diversi vaccini, basati su differenti metodiche: vaccini attenuati, vaccini ricombinanti o a subunità, vaccini associati a vettori, vaccini a DNA / mRNA, vaccini con peptidi. Nonostante i numerosi progressi, siamo ancora lontani dal vaccino ideale in grado di prevenire l’infezione da CMV congenito; infatti, è stato dimostrato che alcuni vaccini possono prevenire l’acquisizione di CMV in donne sieronegative, ma ancora manca la definitiva dimostrazione che il vaccino possa prevenire lo sviluppo di infezione da CMV congenito in nati da madri precedentemente sia sieronegative che sieropositive. Tuttavia, anche quando dovessero essere disponibili vaccini completamente efficaci, ci sarebbero altre considerazioni da fare: 1) timing di somministrazione sulla base della durata dell’immunità; 2) popolazione da vaccinare (donne in età fertile o anche uomini); 3) reale impatto economico.
Molti dei modi in cui CMV evade il sistema immune e provoca l’infezione congenita non sono completamente chiari, soprattutto quelli alla base dell’infezione non-primaria. Gli autori concludono che ulteriori studi sono necessari per risolvere completamente le sfide connesse all’infezione congenita da CMV.
Fonte
Esposito S, Chiopris G, Messina G, D'Alvano T, Perrone S, Principi N. Prevention of Congenital Cytomegalovirus Infection with Vaccines: State of the Art. Vaccines (Basel). 2021 May 19;9(5):523. doi: 10.3390/vaccines9050523. PMID: 34069321; PMCID: PMC8158681.