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Cefpodoxima proxetil come opzione nello switch terapeutico per l'endocardite infettiva nei bambini: case reports e revisione della letteratura.

News

Luglio 22, 2019

Nelle ultime due decadi, le patologie cardiache congenite (congenital heart disease, CHD) sono risultate essere le condizioni sottostanti predominanti per l'endocardite infettiva

(infective endocarditis, IE) nei bambini di età maggiore di 2 anni nei Paesi sviluppati. Anche i bambini con cateteri venosi centrali, soprattutto neonati, sono a maggior rischio di sviluppare IE. L'incidenza di IE, in questo periodo, è rimasta invariata, ma si è osservato un recente shift verso le IE acquisite: fino al 10% dei casi di IE, infatti, non presentano alterazioni cardiache strutturali o fattori di rischio identificabili.

Tra i bambini con CHD sottostante, Streptococchi e Stafilolococcchi sono i patogeni più frequentemente isolati: lo Staphylococcus aureus viene identificato in circa il 50% dei casi. L'isolamento dell'agente causale ed il conseguente antibiogramma guida la terapia antimicrobica mirata. Le raccomandazioni relative alla durata della terapia dipendono fondamentalmente dal microrganismo; generalmente la terapia si protrae per 4–8 settimane. La terapia antibiotica dovrebbe essere somministrata endovena; trattamenti endovena domiciliari possono essere riservati a casi particolari e, comunque, dopo un periodo di somministrazione intraospedaliera.
La terapia antibiotica orale può essere considerata negli adulti che presentano limitate opzioni di terapie endovenose efficaci o in cui un accesso venoso persistente non sia fattibile. Tuttavia, il ruolo della terapia orale nel trattare le IE non è ancora ben definito ed esistono pochi casi che riportano uno switch tra terapia endovena e terapia orale, soprattutto nella popolazione pediatrica.
Gli autori quindi riportano 2 casi pediatrici, dovuti rispettivamente a Abiotrophia defectiva e Haemophilus paranfluenzae, da loro ben gestiti con uno switch terapeutico a cefpodoxima proxetil (10 mg/Kg/die in 2 dosi) per un totale di 6 settimane di terapia, senza evidenti effetti collaterali, recidive o sequele.
Gli autori concludono sottolineando la necessità di ulteriori studi, considerata anche l’eziologia non comune dei 2 casi da loro riportati, per validare questo promettente approccio terapeutico.

Riferimento: Krajcar N, Marić LS, Šarić D, Milić N, Tešović G. Cefpodoxime proxetil as a therapeutic option in switching therapy for infective endocarditis in children: case reports and literature review. J Chemother. 2019 Apr 22:1-5. doi: 10.1080/1120009X.2019.1603797.

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